Mercoledì 04/12/2024
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E' morto Enzo Stinchelli, grande giornalista della Rai che portò tante volte Narni in televisione
Enzo Stinchelli ci ha lasciato. Aveva 96 anni. Narnese di nascita, era innamoratissimo della sua città, al punto da portarla, negli anni 70 e 80, tante volte in televisione. Da ormai tanti anni si era ritirato a Sangemini dove aveva deciso di vivere la sua vecchiaia. In alcune occasioni abbiamo avuto il piacere di incontrarlo di nuovo a Narni, ma il suo legame con il nostro territorio era cambiato. Narni deve molto a quest'uomo che per decine di volte non ha perso occasione di promuovere sulla Rai la città ed il suo territorio. Chi ha superato una certa età non può non ricordare i suoi speciali dedicati alla "Corsa all'anello", che egli mandava in onda nel corso del "Tg l'Una", un programma che faceva grandissimi ascolti e che andava in onda la domenica all'ora di pranzo su Rai 1. Giornalista di razza, ironico, pungente, dalla verve brillante e leggera anche se estremamente profonda. Dagli esordi in teatro come attore brillante fino alla quarantennale esperienza come giornalista della Rai, rimarcando quella che è stata la conduzione di "Tg L’Una", storico rotocalco della televisione pubblica nato nel 1975, che Stinchelli ha guidato assieme a Romano Battaglia e Paolo Cavallina. Memorabili le sue interviste, sempre originali, sia di sport che di attualità, politica, cinema. Ha dato voce a personaggi fondamentali della storia italiana: Alberto Sordi, Monica Vitti, Marcello Mastroianni, Massimo Troisi ed ancora innumerevoli politici e sportivi. Fu lui a raccontare le olimpiadi di Monaco del 1972, quelle dell’attentato terroristico di "Settembre nero". La morte di Enzo Stinchelli ha suscitato commozione e cordoglio a San Gemini ed a Narni. I funerali si terranno sabato 5 ottobre, nella chiesa di San Francesco a San Gemini.
IL RICORDO DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI DELL'UMBRIA
È scomparso il collega giornalista Enzo Stinchelli. Nato a Narni nel 1927, Stinchelli si era trasferito a Terni con la famiglia, dove aveva frequentato il ginnasio. Appassionato di teatro, era entrato a far parte di una compagnia di attori amatoriali di provincia, per poi perfezionarsi a Roma, all’accademia di recitazione. Finiti gli studi, debutta nella compagnia di Ernesto Calindri e, successivamente, in quella di Gino Cervi, ottenendo una piccola parte nel “Cirano di Bergerac”. Lasciato il teatro, fa ingresso in Rai nel 1954, come cronista sportivo nella redazione di Milano, al fianco di Beppe Viola. Nel 1960 passa a Roma, dove per la Rai segue le Olimpiadi. Con la nascita nel 1976 della rubrica sportiva “Sport Sette”, poi divenuta “Domenica Sprint”, Stinchelli entra a far parte della redazione diretta da Maurizio Barenson, con la conduzione di Gianfranco De Laurentiis. In quegli anni si distingue per la sua versatilità, l’ironia fuori dagli schemi, la capacità di trasformare anche una semplice intervista in un evento esclusivo. Sono qualità che pur creando apprensione nella dirigenza Rai, lo avvicinano al grande pubblico. La sua popolarità cresce con la condizione della rubrica domenicale “TG L’Una”, chiamato nel 1976 da Dante Alimenti, eugubino, tra i fondatori del TG1. Stinchelli affianca Paolo Cavallina, Romano Battaglia, Elio Sparano. Memorabili alcune interviste ad Alberto Sordi, Vittorio Gassman. Monica Vitti, Marcello Mastroianni, Gianni Rivera, Valentino Garavani, Massimo Troisi. Fino alla fine degli Anni Ottanta Stinchelli è stato l’espressione di un giornalismo eclettico, libero, non ingessato, che affiancava all’informazione il gusto della battuta spesso irriverente, ma non banale. Viveva da anni a San Gemini, dove aveva continuato a coltivare la sua passione per il giornalismo, girando video con la sua immancabile ironia. Ci ha lasciato tre libri: “Lui è partito. Un anno con Hitler”; “Laggiù fugge un Uovo” e “TG. L’Una Piena”. “Stinchelli – ricorda il presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, Mino Lorusso – amava definirsi uno ‘spirito irrequieto’. Ci ha consegnato in eredità la sua grande passione per il giornalismo. Un giornalismo intelligente, fatto di domande scomode, che ha attinto dal teatro il gusto della battuta, senza svilirne i contenuti. La stessa passione che ha coltivato per la vita, insegnandoci a non prenderci troppo sul serio e ad affrontarla sempre col sorriso sulle labbra”.

(Foto ricavata da un filmato diffuso da Canale 16 Marche)
4/10/2024 ore 11:55
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