Mercoledì 02/04/2025
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Narni: via il museo delle moto di Goliardo Filippetti dalla Rocca, amareggiati i famigliari che ora cercano una nuova sede
Via le moto di Goliardo Filippetti dalla sala dove erano esposte da alcuni anni, all'interno della Rocca Albornoz. Bisogna dire che questa sorta di "esproprio" era nell'aria e dunque non ha sorpreso più di tanto gli eredi del noto meccanico di motociclette narnese. Quest'ultimo, venuto a mancare qualche anno fa, nel corso della sua vita, oltre a riparare migliaia di moto di tutte le marche e cilindrate, aveva iniziato sin dagli anni sessanta a collezionare vecchi modelli. Tutta roba di pregio, con pezzi che appartengono, addirittura, ai primi anni del secolo scorso. Negli anni settanta, quando a furia di collezionare i vari pezzi, il buon Goliardo, noto a tutti come "'U Magu", si è ritrovato in casa decine di esemplari, decise che era arrivato il momento di condividere quella sua passione, con altre persone. Aprì così una piccola mostra all'interno di un locale sottostante la sua officina, nella zona di Porta Romana a Narni. L'idea ebbe grande successo ed a visitare quella sorta di museo delle moto, cominciarono a venire appassionati da varie parti d'Italia. Goliardo, da grande appassionato qual'era e mosso da un autentico spirito romantico, capì che tutte quelle moto lì non potevano più starci, così chiese aiuto al Comune di Narni. "Trovatemi un luogo adatto ed io le metto a disposizione gratuitamente, affinchè possano essere ammirate da quante più persone possibili". Detto fatto. Il Comune, con il sindaco dell'epoca Stefano Bigaroni, concesse a Filippetti l'uso di locali posti al quarto piano del palazzo di Città. "Non vi dico quanta fatica costò a tutti noi portare fin là sopra le moto - spiega Marco, il figlio di Goliardo -. Benchè utilizzassimo l'ascensore, fu comunque tutto molto complicato, ma ne valse la pena, perchè finalmente le moto di papà, una settantina in tutto, avevano trovato casa, in un luogo prestigioso e soprattutto al centro della città". Il museo delle moto di Filippetti è rimasto nel palazzo comunale fino al 2019, anno in cui in quelle stanze iniziarono degli importanti lavori di restauro. Venne deciso allora di spostare il museo in una sala a pianoterra della Rocca dell'Albornoz. Sembrava una destinazione definitiva, ma non fu così, perchè qualche tempo dopo ci fu un ulteriore trasferimento, questa volta nel grande salone situato nel piano seminterrato del castello narnese. A distanza di qualche anno le cose sono nuovamente cambiate. Quei locali oggi servono alla società che gestisce la Rocca e altri spazi culturali della città, così il Comune ha chiesto alla famiglia Filippetti di portare via le moto. Cosa che è avvenuta in questi giorni. Gli eredi di Goliardo, si sono dunque trovati nella condizione di organizzare, per l'ennesima volta, il trasloco di tutte e 70 le moto presenti all'interno del museo. "Non sapevamo dove portarle - spiega Marco -, così abbiamo liberato la stanza dove papà aveva inizialmente allestito la sua mostra e abbiamo trasferito lì le motociclette, ma è chiaro che le abbiamo dovute 'ammucchiare' e quindi non sono visitabili". Filippetti non nasconde la propria amarezza. "Questo nuovo atto, di una telenovela che va avanti da tanti anni - spiega -, non avrebbe fatto piacere a nostro padre che amava tantissimo questa sua collezione e per essa aveva fatto enormi sacrifici. Soprattutto era contento di aver coinvolto il Comune nel progetto di realizzare a Narni un museo permanente della motocicletta. Beninteso - sottolinea Marco Filippetti -, stiamo parlando di moto d'epoca, con pezzi di assoluto pregio e grande valore. Cito alcuni modelli e marche presenti nella nostra collezione: Moto Reve’ del 1906, Moto Sacoshe del 1909, Bsa del 1916, Frera del 1916, Fn del 1926 ed ancora una moto Astra del 1936, una Benelli dello stesso anno e una Gilera del 1932". Accanto a questi pezzi rari ci sono altre moto degli anni '40, '50 e '60; tra questi anche delle Vespe Piaggio e delle Lambrette Innocenti. Che fine faranno le moto de' 'U Magu? Difficile dirlo. Sembra, tuttavia, che il Comune di Terni abbia mostrato un certo interesse per la speciale collezione, quindi potrebbe essere che il museo venga trasferito in uno spazio messo a disposizione dall'amministrazione comunale ternana, magari in un luogo importante, degno del pregio che tale collezione riveste. Di certo c'è che realtà del genere hanno un forte "appeal" nei tanti motociclisti presenti in tutta Italia e che aprire un museo, con un biglietto di ingresso e delle guide a disposizione, potrebbe creare un indotto dal punto di vista turistico non indifferente. Per la gioia di Goliardo che sessant'anni fa iniziò ad andare in giro per robivecchi, mercatini e sfasciacarrozze per recuperare vecchie moto.
7/3/2025 ore 10:10
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