Narni Scalo: gli alunni della Quarta "A" della "Pertini" vincono un concorso nazionale organizzato dalla Giotto-Fila
Un altro bel successo a carattere nazionale da parte degli studenti di una scuola narnese. Stavolta a salire alla ribalta sono gli alunni della classe Quarta "A" della scuola primaria "Sandro Pertini" di Narni Scalo. I bambini, guidati dalla loro insegnante Gioia Improta, si sono imposti con un elaborato ad un concorso nazionale indetto dalla Giotto-Fila. "Abbiamo partecipato a questo concorso - spiega la Improta -, spedendo l'elaborato a Milano. Si tratta di un lavoro di grandi dimensioni, realizzato tra passato e presente, focalizzando l'attenzione sulla sintesi di un antico dipinto, rivisitato in chiave 'Pop Art'". Il concorso si chiama "Premio Giotto, La matita delle idee 'Cento di questi anni', 100 anni di innovazione, 100 anni di pensiero creativo, 100 anni di rivoluzioni artistiche". Per quanto riguarda i premi regionali, gli organizzatori spiegano che "L'esplosione di colori, di forme e di idee che trovate in questa lunga lista di scuole premiate, dall'Infanzia alla Primaria, ci fa comprendere quanto l'arte possa essere espressione e veicolo di complessità inespresse. Molti dei lavori sono stati realizzati dai bambini singolarmente per essere poi assemblati a formare una grande opera collettiva. Segno di una grande volontà in grado di superare ogni barriera, anche fisica. E la giuria ne ha tenuto conto. Grazie a tutti per aver partecipato". L’opera realizzata dagli alunni della Quarta "A" della "Pertini" aveva come titolo “La pop art libera il colore” e si è aggiudicata il "Premio Regionale", che consiste in una maxi-fornitura di colori, carta bianca e carta colorata Giotto, per un valore di circa 1.000euro, oltre a due libri firmati Fabbri Editori appartenenti alla nuova collana narrativa "Il piacere di leggere". L'insegnante Improta ricorda che "La nostra è stata un’opera collettiva di tutti i bambini della classe. Essa è stata pensata come un percorso nella 'Storia dell’Arte', liberando l’uso del colore attraverso l’occhio deciso e a volte dissacrante della 'Pop Art'. Per i miei alunni il colore è stato sì 'tecnica', ma, soprattutto, gioco e divertimento. Questa intensa opera 'La Ragazza col turbante' più conosciuta come 'La Ragazza con l’orecchino di perla' del Pittore Johannes Vermeer, dipinta nel 1665, è stata l’intuizione per creare qualcosa di diverso. Ma non si può costruire, se prima non si ha coscienza e conoscenza della storia. Così il quadro è stato studiato, localizzato nel tempo e nello spazio e poi riprodotto, insegnando ai bambini ad usare i pastelli in modo sempre più consono. Così i colori si sono amalgamati, incrociati, ovrapposti; quando sfumati delicatamente, quando intensi e puri. Un esercizio di stile quasi, una prova tecnica. Ma poi è sorto un pensiero: perchè non stravolgere tutto? Perchè non provare a lavorare con la fantasia, con il colore, a giocare con la sua intensità? Ecco quindi la conoscenza della corrente artistica della Pop Art. Nessun alunno pare conoscerla però. Sono stati pronti a cogliere l’uso quasi liberatorio del colore e della modernità intrinseca in esso. E allora via: libero spazio all’interpretazione: si stravolge tutto, persino la visione più classica del figurativo,da sempre insegnato. Il rosa dell’incarnato viene rubato e colori puri e violenti prendono il loro posto. La fantasia si libera, il sottofondo musicale aiuta. Niente viene lasciato al caso, tutto viene recuperato, anche un piccolo pezzettino di carta da disegno. Tutto viene, anche faticosamente, colorato. Gli alunni sono felici di non seguire alcuna indicazione, di colorare come meglio vogliono; di tagliare le cornici che daranno struttura al loro disegno. Infatti ogni cornice, ogni scritta, tutto è stato dapprima ritagliato, poi applicato con pazienza". Alla fine, con tenacia e dedizione, gli alunni della classe Quarta "A" della primaria “Sandro Pertini” di Narni Scalo e la loro insegnante delle materie umanistiche, Gioia Improta, hanno raccolto i frutti ed elaborato il grande lavoro, strutturato per essere 'piegato' per la spedizione. "Volutamente - aggiunge l'insegnante - non ho fatto ripassare con il pennarello nero i contorni dei volti ed i particolari, proprio per lasciare la spontaneità del tratto tipico dei bambini".