Narni: l'affascinante storia del tratto narnese della strada Flaminia, raccontata da Edoardo Antonini
E' una storia davvero affascinante quella riguardante le origini della strada Flaminia che da tanti secoli attraversa il territorio di Narni. A ripercorrere sommariamente questa storia è Edoardo Antonini, grande appassionato di storia locale. "Nel 1929 - spiega Antonini -, l'ingegner Edoardo Martinori pubblicò la sua opera dal titolo 'La Via Flaminia' da cui sono state tratte le notizie appresso citate. Era il tempo della 139esima Olimpiade, nell’anno 531 di Roma (223 a.C.), quando il Console Caio Flaminio intraprese la costruzione di questa importante via che, come tutte le altre, serviva a facilitare un più agevole movimento delle truppe ed al tempo stesso, a portare fino alle province più lontane le novità, in tutti i campi, che arrivavano dalla Capitale dell’Impero, non ultimo il servizio della posta. La Flaminia entrava nella 'Narni romana' dalla Porta Superior (oggi Arco Romano o del Vescovo) imboccando la zona dei fondachi o delle mercanzie (via Garibaldi), traversando la piazza dei Priori, piazza Santa Maria Maggiore (oggi XIII Giugno), per scendere a Piazza Cajola, quindi usciva dalla Porta Inferior per proseguire sopra al Ponte di Augusto e da qui si dirigeva verso Carsulae, Spoleto, Foligno ecc... fino a Rimini. Con la costruzione della Rocca ci fu un’espansione della città medioevale nella zona del Monte e la Flaminia fu inglobata tra gli edifici dell’attuale via XX Settembre dove, intorno alla fine del XIV secolo sorse l’Ospedale di San Giacomo, che aveva sede nel palazzetto ancora esistente a lato della chiesa di S. Agnese. Alla fine del 1400 fu costruita la Porta Romana, situata all’inizio della via Vecchia (XX Settembre) da cui la Flaminia entrava in città. Una casa, ancora esistente, doveva essere il posto di guardia. Si consideri - continua il racconto di Edoardo Antonono -, che questa via fu di grande importanza per Narni dal punto di vista economico, in quanto nel tratto urbano sorsero, oltre all’Ospedale, botteghe di artigiani, merciai e addirittura, la 'Stazione di posta', situata dove oggi, come scrive Azelio Onofri, si trova la sede del Terziere Mezule. Nel 1750 Papa Benedetto XIV indisse l’anno giubilare che provocò un grande movimento di pellegrini che si recavano a Roma. Per dare respiro al passaggio di masse di pellegrini e di mezzi (cavalli e carrozze) si decise di deviare la Flaminia al di fuori di via XX Settembre, costruendo una variante esterna (l’attuale via Vittorio Emanuele), i cui lavori iniziarono sotto il pontificato di Pio VI per terminare nel 1791, al tempo di Gregorio XVI, come ricorda la lapide eretta per ricordare l’evento (per i Narnesi "la Memoria"). Nel 1856 la Porta Romana fu spostata nel luogo attuale in onore di Papa Pio IX che, passando per Narni dove pernottò il 4 maggio1857, si dirigeva a Terni in visita alle ferriere. Con lo spostamento della Porta Romana, la Flaminia si trovò nuovamente inglobata all’interno della città".