Narni: il dottor Adiberto Favilli lancia il progetto della "ospedalizzazione domiciliare", ma chiede aiuto alle istituzioni
Si chiama "Ospedalizzazione domiciliare" ed è un progetto ideato dall'Anlcc (Associazione di Narni per la Lotta Contro il Cancro). Un progetto importante, che coinvolge in modo pressochè trasversale i cittadini di tutto il territorio narnese. Ad illustrarlo è il dottor Adiberto Favilli, medico in pensione, per lunghi anni responsabile del reparto di anestesia, terapia del dolore e rianimazione dell'ospedale di Narni. Fu proprio Favilli, tanti anni fa, a dare vita, insieme ai compianti Ilvia Bontempo e Marcello Contavalli all'associazione che si occupa di assistere decine di pazienti malati di cancro, ma anche di altre gravi patologie. "Il nostro obiettivo - spiega il dottor Favilli -, è sempre stato quello di alleviare le sofferenze dei malati di cancro, ma anche di sostenere, nei limiti delle nostre possibilità, il dolore ed i disagi dei loro congiunti. In tanti anni di attività abbiamo assistito centinaia di pazienti ed affrontato tante situazioni. L'esperienza acquisita ci permette oggi di ragionare sulla base di elementi concreti, che sfuggono a qualsiasi logica politica. Per questa ragione abbiamo pensato che è arrivato il momento di dare il via ad un progetto molto importante che riguarda quella che si potrebbe chiamare la 'ospedalizzione domiciliare'. La nostra associazione, attraverso i medici volontari, personale infermieristico ed altri che mettono a disposizione il loro tempo per svolgere altri tipi di mansioni, segue a domicilio persone di tutte le età. Molte di queste sono persone anziane, che appartengono dunque alla categoria più vulnerabile, ovvero quella che soffre di più in presenza di una patologia grave. La nostra proposta è quella di rafforzare il concetto di 'assistenza domiciliare', migliorando la qualità della vita di queste persone. Un obiettivo che secondo noi si può raggiungere evitando, laddove è possibile, il trasporto in ospedale di questi pazienti. Perchè, ci chiediamo, 'infierire' ulteriormente su di loro, portandoli dentro ad un nosocomio, strappandoli, così facendo, al loro ambiente ed agli affetti dei loro famigliari, quando le stesse cure potrebbero essere praticate loro al proprio domicilio? Per non parlare - sottolinea il dottor Favilli -, dell'aspetto sanitario, riguardante la facile probabilità con la quale gli anziani, portandoli in ospedale, possono essere colpiti con maggiore probabilità da altre patologie determinate dalla presenza in certi luoghi di microbi che attecchirebbero con maggiore facilità sul fisico debilitato di molti di loro. Insomma, quelle cure alle quali gli anziani, ma anche persone più giovani, affette da patologie gravi delle quali ci occupiamo, verrebbero sottoposte dentro ad un ospedale, potrebbero essere, secondo noi, effettuate all'interno dell'abitazione stessa del malato. Si tratterebbe, ovviamente - osserva Favilli -, di creare le premesse per rendere possibili questo tipo di interventi, mettendo in piedi una equipe, composta da un numero maggiore di medici e di personale infermieristico. Ci rendiamo conto - osserva Favilli -, che questo tipo di operazione avrebbe dei costi, ma essi sarebbero tuttavia di molto inferiori a quelli rappresentati dall'occupazione di un posto letto di un ospedale, magari per un periodo mediamente lungo. La nostra proposta, oltre che andare nell'interesse diretto del paziente che verrebbe maggiormente tutelato sotto molti punti di vista, in primis quello squisitamente umano, avvantaggerebbe anche la comunità, perchè si potrebbero mantenere liberi e quindi dispomnibili numerosi posti letto nei nostri ospedali". Il dottor Favilli chiede aiuto, per poter attuare questo progetto, alle istituzioni. "A cominciare da quelle locali - afferma -, ovvero il comune di Narni, che è la città dove operiamo, ma anche i comuni vicioniori (Calvi e Otricoli), dove negli anni è capitato di seguire alcuni malati. Un ruolo importante - conclude Favilli -, ce l'ha, ad ogni modo, la Regione, che gestisce la sanità in tutta l'Umbria. Ci aspettiamo che i rappresentanti politici, a qualsiasi colore essi appartengano, prendano a cuore il nostro progetto e si rendano conto dei vantaggi che esso porterebbe nella gestione dei pazienti affetti da gravi malattie".