Narni e Amelia, alla ricerca del comprensorio “perduto”: sanità e turismo i punti in comune
(C.C.) Il comprensorio Amerino-Narnese, o Narnese-Amerino che dir si voglia, è alla ricerca dell’identità perduta. Due città simili, con storie simili e un futuro che poteva essere condiviso ma che, al contrario, stenta a prendere forma. Per difficoltà che da anni si inseguono senza riuscire ad essere risolte. Uno degli elementi che dovrebbe funzionare da collante, e da motore, dovrebbe essere la sanità. Da decenni si parla della realizzazione dell’ospedale unico comprensoriale. Per un costo stimato di 53 milioni di euro, l’ospedale comprensoriale avrà 140 posti letto di cui 60 riservati alla medio-bassa specialità di medicina con ricovero ordinario e day hospital terapeutico medico e oncologico, oltre a chirurgia generale, chirurgia ginecologica e ortopedia con trattamenti ordinari. Saranno poi realizzati 60 posti letto destinati al polo di riabilitazione intensiva con annesso servizio territoriale e quattro di Osservazione breve intensiva pronto soccorso. Un progetto ambizioso che però negli anni ha diviso più che unire. Ogni “campanile” ha suonato le sue note, punteggiando i timori che il progetto del polo comprensoriale avrebbe, più altro, smantellato la sanità locale avvantaggiando quella ternana. I critici ritengono che, oltre agli annunci, per l’ospedale comprensoriale ci sia ben poco futuro. D’altra parte, qualcuno rileva che di polo sanitario unico Narni-Amelia si parla dagli anni ’60 del secolo scorso e che i vari piani sanitari regionali, che si sono nel tempo susseguiti, hanno sempre fatto cenno a questa struttura, senza che mai nemmeno un mattone sia stato piazzato. Allora, l’ospedale comprensoriale potrebbe davvero essere un banco di prova per testare la forza del comprensorio rispetto ad un progetto promesso, necessario e assolutamente attuale. Banco di prova che potrebbe essere ancora più valido se la realizzazione del nuovo ospedale fosse accompagnata da una struttura sanitaria capillare in grado di garantire assistenza particolareggiata ad un territorio vastissimo. E la forza del comprensorio, se comprensorio davvero c’è, potrebbe essere sottoposta a test anche nel campo dello sviluppo turistico. Se infatti Narni condivide con Terni un’anima industriale, con Amelia il punto in comune potrebbe essere lo sviluppo turistico. Ognuno con le sue peculiarità e i suoi interessi, ma con la capacità di condividere proposte e strumenti di sviluppo in un’ottica di marketing territoriale senza il quale il futuro, e le possibilità, si allontanano a passi spediti. Fare rete, insomma, condividendo infrastrutture (Amelia non ha uno scalo ferroviario) e ricchezze, con la possibilità di offrire pacchetti e proposte: “Venite a visitare il comprensorio Amerino-Narnese”. O Narnese-Amerino che dir si voglia.