Friday 07/11/2025
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La storia del narnese Federico Cagliesi, animato da una grande passione per il football americano
Una passione insolita. Non per il solito calcio o per altri sport di massa. Federico Cagliesi, 28enne narnese, pratica infatti il football americano. Tutto è cominciato quando Federico era piccolo. "Sono stato sempre - afferma -, un bambino 'sportivo', tanto che a 5 anni ho iniziato a giocare a calcio, sport che mi ha accompagnato per circa vent’anni. Ho avuto la fortuna di giocare in settori giovanili importanti, come quello della Narnese Calcio e della Ternana. In quegli anni ho fatto anche vari provini in squadre come Siena e Ascoli, e dei camp (Milan), esperienze che mi hanno formato sia come atleta che come persona. Poi è arrivato un brutto infortunio al ginocchio che mi ha costretto a fermarmi. Dopo la riabilitazione, però, quella vecchia passione per il football americano, che avevo da bambino, quando per la prima volta vidi Tom Brady con i New England Patriots, è tornata a farsi sentire. È stata l’ex compagna di mio padre a spingermi a provarci davvero e così ho iniziato con i Terni Steelers. Purtroppo la squadra cessò l'attività di lì a poco. L'imprevisto non ha però fermato la mia passione per questo sport. Così, grazie a un mio ex compagno di squadra, Dayan Almeida, ho fatto il mio primo camp con i Guelfi Firenze, uno dei club più blasonati nel panorama del football americano italiano. La troppa distanza mi ha tuttavia creato delle difficoltà oggettive, perché per un ragazzo di 20 anni che lavorava in fabbrica, fare tre ore di macchina per tre volte alla settimana, da solo, era insostenibile. Così, grazie a un’occasione creatasi dopo questa esperienza, mi sono trasferito alla compagine dei Grifoni Perugia. Nel 2021 è finalmente arrivato il mio primo campionato, e da lì è iniziato un nuovo capitolo della mia vita sportiva. Il mio percorso è cambiato ancora, quando il mio ex allenatore di Perugia, ora allenatore dei Guelfi Firenze, mi ha proposto di vestire la maglia dei toscani per la Coppa Italia. Così ho avuto l’onore di giocare con una delle realtà più importanti del football italiano. Con loro ho disputato la Coppa Italia, come difensore, un ruolo questo che, a differenza di quanto avviene nel calcio, mette il giocatore nelle condizioni di attaccare la linea offensiva. Posso dire con orgoglio che ho fatto bene il mio lavoro. L'esperienza di Firenze mi ha lasciato emozioni e ricordi indelebili, ma soprattutto mi ha fatto conoscere amici e persone fantastiche. Dopo quell’avventura ho deciso di fermarmi per dedicarmi alla famiglia, perché nel frattempo ero diventato papà di Anita. Tempo fa, per caso, mentre ero a girare una serie Tv per Disney Plus, ho incontrato uno dei coach più importanti del panorama italiano. Attraverso di lui sono stato contattato dal direttore sportivo dei Legionari Roma, il quale mi ha proposto di ripartire con loro. Per me rappresentare la capitale e i suoi colori nel football americano è stato un vero privilegio. Ho portato con me uno dei più grandi negozi sportivi, Urbani Sport di Alberto Urbani, creando un accordo di sponsorizzazione per i nostri giovani U15 e confermando la partnership come sponsor ufficiale mio e dei miei compagni dei Legionari d’Acciaio, soprannome in onore di Terni, da dove veniamo. Mi rende fiero l’intervista che mi è stata fatta da un noto podcast sportivo milanese, Half Time, che mi ha 'celebrato' come uomo e giocatore. Sulla maglia porto il numero 26, giorno di nascita di mia figlia Anita. Ho ricominciato a giocare in questo sport così affascinante animato da nuove motivazioni e dalla passione di sempre. Perché, anche se la vita ti porta altrove, il football americano resta dentro di te e quando chiudi un sogno solo per riprendere fiato, prima o poi senti che è il momento di riaprirlo".
5/11/2025 ore 4:10
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