Giovedì 21/11/2024
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Il Questore sospende per 15 giorni la licenza ad un negozio che commercializza prodotti a base di canapa
Licenza sospesa dal Questore Bruno Failla, ad un negozio del centro di Terni che commercializza prodotti a base di canapa. Ad effettuare l'intervento sono stati gli agenti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale, i quali hanno notificato la sospensione della licenza per 15 giorni al titolare dell’esercizio commerciale. Si tratta di un ternano di 31 anni. Il provvedimento riguarda l'applicazione dell’articolo 100 del Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza (Tulps). "Il provvedimento firmato dal Questore di Terni - si legge nel comunicato diffuso dalla Questura -, è scaturito da un’operazione della Squadra Mobile, che, a metà novembre, ha portato alla denuncia dell’uomo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La 4° Sezione Antidroga, durante un servizio finalizzato alla prevenzione e al contrasto di sostanze stupefacenti, aveva notato che nel locale del 31enne entravano persone gravate da pregiudizi di polizia per spaccio e uso di sostanze stupefacenti, oltre a gruppi di giovani, ancora con gli zaini a tracolla, appena usciti da una istituto scolastico superiore, ubicato nei pressi. Nel corso di un’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni - prosegue la nota -, i poliziotti dell’Antidroga hanno rinvenuto, all’interno dell’attività commerciale, un ingente quantitativo di sostanza stupefacente, risultata positiva per la presenza di cannabinoidi e/o derivati della canapa indiana; inoltre, un cliente, appena uscito dal negozio, era stato trovato in possesso di un involucro contenente un cilindro di sostanza solida marrone che, successivamente analizzato dalla Polizia Scientifica, aveva dato esito positivo per la presenza di cannabinoidi. L’attività della Polizia Giudiziaria era proseguita con la perquisizione a casa del 31enne, dove era stata rinvenuta altra sostanza illegale. E’ stato accertato - conclude la nota -, che i reati sono stati commessi all’interno dell’esercizio commerciale dallo stesso esercente, verosimilmente anche al fine di poterli commettere indisturbatamente in un luogo insospettabile in quanto attività autorizzata alla vendita di prodotti derivati dalla cannabis, ponendo in essere 'condotte antigiuridiche', tenute proprio da chi, invece, dovrebbe essere chiamato a tenere comportamenti che evidenzino elevate qualità morali e affidabilità nell’esercizio del commercio"
29/11/2023 ore 12:53
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