Arrestato in pieno centro un 55enne mentre spacciava una boccetta contenente la "droga dello stupro"
Viene chiamata la "droga dello stupro" ed è una sostanza chimica in grado di alterare la volontà dell'individuo che la assume. Un uomo di 55 anni è stato arrestato in centro a Terni dai carabinieri proprio mentre spacciava questo tipo di droga. L'uomo è stato trovato in possesso di una boccetta trasparente contenente 30 ml di "Ghb", meglio conosciuta come 'droga dello stupro'. Il 55enne è stato fermato e arrestato grazie al tempestivo intervento dei carabinieri della Sezione Operativa del Nor, che lo hanno sorpreso in pieno centro mentre la stava cedendo ad un acquirente. L'uomo è stato associato agli arresti domiciliari, così come disposto dal Pm Marco Stramaglia. Il 55enne è stato giudicato con rito direttissimo dinanzi al Tribunale di Terni, che ha convalidato l’arresto e disposto nei confronti dell’uomo la misura cautelare del divieto di dimora in Terni e dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. La sostanza stupefacente è stata sequestrata.
CHE COSA E' LA DROGA DELLO STUPRO
La droga dello stupro - riferiscono dall'Arma - si presenta come un liquido denso, incolore e insapore: particolarmente subdola e pericolosa, appare simile ad uno sciroppo contenuto in bottigliette di plastica. In Italia, il sale sodico del Ghb (con il nome commerciale di Alcover) è solitamente utilizzato per il controllo terapeutico della dipendenza da alcol e somministrato agli alcolisti per ridurre il cosidetto "craving", ovvero il bisogno di continuare a bere. Se assunto in piccole quantità, l’acido gamma–idrossibutirrico o Ghb produce effetti simili a quelli di una sbornia (euforia, perdita delle inibizioni, ecc.), ma senza le problematiche connesse (mal di testa, nausea, ecc.). Chi la utilizza come stupefacente, la compra al mercato nero o può trovarla anche online.
DROGA USATA PER ABUSI SESSUALI
Negli ultimi anni, il Ghb è diventato la sostanza più utilizzata per alcuni stupri maturati anche nelle discoteche italiane. Spesso, infatti, è stata utilizzata per intontire le vittime designate prima dell’abuso sessuale vero e proprio: gli effetti – che durano alcune ore – comprendono uno stato di alterazione (simile ad una forte ebbrezza) con perdita dei freni inibitori, fino ad arrivare a perdite di coscienza, inducendo lacune amnesiche relative a quanto accaduto ‘sotto l’effetto’ della sostanza. Nei Paesi anglosassoni, l’aggiunta di queste sostanze psicoattive alle bevande è fenomeno noto come “drink spiking” (correzione del drink). I consigli dei Carabinieri per i giovani che si recano nelle discoteche/locali pubblici sono quelli di non accettare bevande aperte da sconosciuti e non lasciare la propria incustodita.